Children in street situations - Bambini di strada a Kathmandu
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Il progetto realizzato grazie ai fondi dell’8×1000 della Tavola Valdese intende supportare i bambini di strada di Kathmandu attraverso la fornitura di servizi socio-sanitari ed educativi, realizzati presso dei centri di accoglienza e socializzazione. L’obiettivo è quello di iniziare un percorso di accompagnamento finalizzato al reinserimento di questi bambini in società e, ove possibile, nelle famiglie di origine.
Nel corso della seconda annualità , il progetto viene completato con interventi di prima assistenza presso i luoghi abituali di ritrovo dei bambini e ragazzi di strada. L’attività viene svolta attraverso l’impiego di una unità mobile grazie alla quale gli operatori, educatori e medici, forniscono ai giovani aiuto immediato alle necessità urgenti e pongono le basi per la definizione di un percorso di allontanamento dalla strada.
Il Nepal è uno dei paesi più poveri dell’Asia. Nonostante i progressi raggiunti nella lotta contro le disuguaglianze sociali, oggi un quarto della popolazione vive ancora sotto la soglia di povertà e quasi metà della popolazione è analfabeta (48%). Nell’indice di sviluppo umano (HDI) del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUS), il Nepal si posiziona al 149° posto su 188 Paesi. Circa il 25% della popolazione vive al disotto della soglia di povertà , cioè con meno di 1$ al giorno. Si stima che in Nepal ci siano circa 4.000 bambini che vivono in strada, di cui 500-550 nella città di Kathmandu. Dalle ricerche svolte dal partner locale, CPCS, circa il 90% dei bambini che vivono per strada sono maschi, la maggioranza con un’età compresa tra gli 11 e i 16 anni; inoltre, il 71% dichiara di vivere in strada da oltre due anni. Inoltre, il 50% dei bambini vive raccogliendo plastica per poi rivenderla a peso, mentre il restante 50% chiede l’elemosina e con il guadagno giornaliero compra sigarette, alcool o droga. Circa il 70% dei bambini di strada fuma sigarette e sniffa colla regolarmente.
Le attivitÃ
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In questo contesto, l’intervento di Medici per la Pace prevede di realizzare delle attività presso i centri di accoglienza e socializzazione di primo livello, Drop-In Centre, gestiti dal partner di progetto. Le attività , per ciascun minore, hanno una durata di circa 2 mesi in cui si valuterà la possibilità che questi ragazzini possano essere reinseriti in società o in un contesto famigliare idoneo.
Tra le attività svolte, vengono realizzate sessioni di formazione di tipo didattico ( lezioni di nepalese, inglese, matematica etc..) e di stili di vita salutari (lezioni di igiene personale, prevenzione, buone prassi etc.). L’obiettivo è creare un contesto formativo sicuro e protetto, in cui iniziare un programma di riabilitazione personalizzato realizzato in collaborazione con educatori, operatori sociali e psicologi.
Nella seconda annualità , una parte delle attività si sposta anche sul campo, nei luoghi abituali di vita e aggregazione dei giovani, con lo scopo di fornire prima assistenza alle necessità mediche, psicologiche e sociali più urgenti.
Il progetto prevede anche attività di scambio e capacity building del partner locale, con momenti di formazione a distanza negli ambiti della prevenzione della malaria e del dengue e delle buone pratiche WASH – Water, Sanitation and Hygiene in contesti di marginalità .