Dall’11 al 20 dicembre una delegazione di Medici per la Pace sarà in missione nel Keshabpur (Bangladesh) per documentare l’azione sanitaria in corso in favore delle popolazioni colpite dall’alluvione.
L’intervento d’emergenza in corso sta fornendo supporto sanitario a bambini e adulti che vivono nei 10 villaggi più colpiti nell’area di Keshabpur, posta vicino al confine indiano. Grazie ad ambulatori mobili formati da personale locale è possibile raggiungere le aree più periferiche distribuendo medicinali e offrendo assistenza medica.
L‘intervento d’emergenza, reso possibile grazie al contributo di Fondazione Cariverona, sarà integrato da un’indagine conoscitiva nell’area di Cox’s Bazar, terra di confine dove vivono migliaia di Rohingya, la minoranza etnica nazionale oggetto di una campagna di violenza che, a partire dal 25 agosto 2017, ha costretto 500.000 persone alla fuga verso il Bangladesh.
I Rohingya, musulmani che vivono nello stato birmano del Rakhine, non sono riconosciuti come minoranza dalla Birmania (Myanmar), che li considera immigrati irregolari bangladesi. Apolidi e senza documenti, non hanno accesso ai servizi di base e sono discriminati dalla maggioranza buddista.
La zona costiera di Cox’s Bazar è diventata una baraccopoli tra le più grandi al mondo. In quest’area sono rifugiate in accampamenti di fortuna oltre 600mila persone. Le condizioni di vita sono terribili, con ripari improvvisati costruiti sui pendii disboscati, mancanza di acqua potabile, generi alimentari, vestiario, scuole e assistenza sanitaria.
La questione dei profughi musulmani fuggiti dalle violenze nel Myanmar rientra anche tra i temi più caldi che papa Francesco si troverà ad affrontare all’interno della sua visita in Bangladesh, in programma dal 30 novembre al 2 dicembre.