Dagli anni ’90, la Repubblica Democratica del Congo orientale è stata colpita da conflitti armati, soprattutto nelle province del Nord Kivu, Ituri e Tanganyka. Oltre 25 anni di conflitti, violazioni dei diritti e disastri naturali, come l’eruzione del vulcano Nyiragongo, hanno portato a una grande instabilità , insicurezza e povertà nel Paese.
Felix Tshisekedi, presidente dal 2018, ha dichiarato nel maggio 2021 lo stato d’assedio (simile allo stato di emergenza) nelle province orientali della RDC (Nord Kivu e Ituri). Ciò ha conferito ai militari e alla polizia la leadership politica ed il controllo della la pubblica amministrazione e del sistema di giustizia penale nelle due province, acquisendo poteri che hanno portato alla limitazione delle libertà , ai crimini di guerra e alle violazioni del diritto internazionale, come gli arresti arbitrari, il divieto di protestare, il perseguimento dei civili davanti ai tribunali militari e la difficoltà di chiamare le autorità a rispondere delle proprie azioni. La misura è stata prorogata circa 30 volte e diventerà permanente, nonostante il peggioramento della situazione della sicurezza: i gruppi armati hanno aumentato la loro attività nella regione e il numero di civili sfollati è raddoppiato da allora, come mostrano i dati del Kivu Security Tracker.
Tra i numerosi bisogni manifestati dalla popolazione locale, Medici per la Pace ed il partner di progetto APSO hanno rilevato le seguenti necessità :
– Crisi alimentare: secondo le Nazioni Unite, più di 26 milioni di persone hanno dovuto affrontare livelli elevati di insicurezza alimentare acuta. Si stima che circa 3,4 milioni di bambini soffrano di malnutrizione acuta.
– Crisi sanitaria: nel 2019, la probabilità di morire tra la nascita e il primo anno di vita è di 63,8 per 1.000 nati vivi, il tasso di mortalità infantile è di 81 per 1.000 nati vivi. L’aspettativa di vita è attualmente di 65 anni. Il 14° focolaio di Ebola è stato dichiarato in aprile. Altre epidemie, come la malaria, il colera, il morbillo e la febbre bubbonica, hanno causato migliaia di vittime in tutto il Paese, soprattutto tra la popolazione giovane, nonostante gli sforzi del governo e della comunità internazionale per contenere i focolai. Gli operatori sanitari in prima linea hanno continuato a lavorare senza stipendi adeguati o regolari, dando vita a manifestazioni spesso disperse con violenza dalla polizia. I finanziamenti internazionali per il settore sanitario sono stati influenzati negativamente dalle inefficienze causate dalla mancanza di titolarità , trasparenza, responsabilità e coordinamento degli attori nazionali e internazionali.
Al fine di rispondere ai bisogni emersi, in questa prima fase, Medici per la Pace intende portare generi alimentari e beni di prima necessità alle famiglie coinvolte nella crisi umanitaria.