RE.TE. – Relazioni Territoriali: creazione di una rete di supporto per le persone e le famiglie in condizioni di vulnerabilitĂ dei quartieri delle Circoscrizioni 6 e 7, a Verona
7 Dicembre 2021
RE.TE. – Relazioni Territoriali: creazione di una rete di supporto per le persone e le famiglie in condizioni di vulnerabilitĂ dei quartieri delle Circoscrizioni 6 e 7, a Verona.
Â
Il progetto ha lo scopo di creare una rete di collaborazione tra gli enti del terzo settore presenti con le loro sedi operative nei quartieri che circondano la sede di Medici per la Pace, a Verona. L’obiettivo della costruzione e del successivo consolidamento della rete è quello di creare un sistema di riferimento che sia in grado di rispondere in maniera rapida e multisettoriale alle situazioni di difficoltà rilevate da ognuno dei membri della partnership, ottimizzando e mettendo a sistema le competenze proprie di ogni ente nella presa in carico globale della persona in condizione di disagio.
Progetto finanziato dall’Unione Buddhista Italiana – Bando Umanitario
Il contesto
Secondo le stime preliminari dell’Istituto Nazionale di Statistica, la pandemia ha portato nel 2020 oltre 2 milioni di famiglie alla condizione di povertĂ Â assoluta: un numero drammaticamente duplicato rispetto all’anno precedente.
Le famiglie totalmente indigenti sono 335 mila in più (+7,7%) rispetto al 2019: si tratta di 5,6 milioni di persone (il 9,4% della popolazione italiana) che non
dispongono più dei mezzi necessari per aver garantiti i due pasti principali e le necessità basiche. L’aumento, in un solo anno, è stato di un milione di persone.
Le famiglie maggiormente esposte al rischio di povertà assoluta sono di due tipi: i nuclei composti da stranieri, per i quali nel 2020 si registrava un indice di povertà  quattro volte superiore (25,7%) rispetto al dato relativo alle famiglie composte da italiani (6%), e le famiglie numerose (cinque o più persone, soprattutto se con minori a carico), che hanno visto aumentare l’incidenza della povertà di oltre quattro punti, passando dal 16,2% del 2019 al 20,7% del 2020.
Per le persone che la pandemia ha reso vulnerabili, l’insicurezza economica rappresenta un fattore di svantaggio difficile da sradicare che influisce in modo
negativo diretto su ogni aspetto della vita: l’occupazione, il contesto abitativo, la maggiore vulnerabilità sanitaria, l’emarginazione. Se non interrotta, questa spirale negativa si perpetua nel “trasferimento intergenerazionale” della povertà , aggravandone le ricadute negative sulle comunità .
Le attivitĂ
L’intervento di presa in carico dellle persone e famiglie beneficiarie intende rispondere a bisogni non adeguatamente coperti dai tradizionali strumenti di welfare esistenti sul territorio, e può riguardare, a seconda delle necessitĂ del singolo individuo, uno o piĂą dei seguenti ambiti di assistenza socio-sanitaria, offerta gratuitamente ai beneficiari:Â
1. AttivitĂ educative extrascolasticheÂ
2. Visite specialistiche (pediatriche, cardiologiche, oculistiche, dermatologiche, ginecologiche, psichiatriche, ecc.) in favore di persone/famiglie con basso reddito;
3. Cure dentarie, fornitura di protesi dentali ed educazione all’igiene orale in favore di persone/famiglie in condizioni di povertà ;
4. Supporto psicologico e counseling con un focus sull’empowerment della donna;
5. Musicoterapia e percorsi di invecchiamento attivo;
6. Interventi di recupero vaccinale e di screening a favore di popolazioni difficili da raggiungere, con un’attenzione particolare agli homeless.