Il progetto “Prevenzione educativa di comunità", che vede Medici per la Pace come Partner, mira al potenziamento della rete di servizi e di soggetti della “comunità educante”, con particolare attenzione ai nuclei famigliari che vivono in condizioni di emarginazione sociale.
CESTIM, Comune San Pietro In Cariano, Comune di Sommacampagna, Comune di Sona, Comune di Garda, Comune di Affi, Comune di Bardolino, Comune di Brenzone, Comune di Bussolengo, Comune di Caprino Veronese, Comune di Castelnuovo del Garda, Comune di Cavaion Veronese, Comune di Costermano sul Garda, Comune di Dolcè, Comune di Fumane, Comune di isola della Scala, Istituzioni Servizi al Cittadino del Comune di San Martino Buon Albergo, Comune di Lazise, Comune di Marano di Valpollicella, Comune di Monteforte d’Alpone, Comune di Mozzecane, Comune di Nogarole Rocca, Comune di Pastrengo, Comune di Pescantina, Comune di Peschiera del Garda, Comune di Povegliano Veronese, Comune di San Bonifacio, Comune di Valeggio sul Mincio, Comune di Vigasio, Comune di Villafranca di Verona, Unione Veronese Tartaro Tione, Azienda ULSS 9 Scaligera, Istituto Comprensivo Statale 6 Chievo Bassona Borgo Nuovo, Comune di Nogara, Associazione San Gaetano, Scaligera Formazione Scarl
L'intervento
I minori figli di immigrati sono maggiormente a rischio di povertà educativa a causa dello svantaggio linguistico-culturale, della deprivazione economica e dello svantaggio sociale.
Una risposta alla povertà educativa è data dalla piena integrazione sociale dei minori e la scuola è al centro della rete che si occupa di favorirla (costituita da famiglia, scuola, enti pubblici e privati). Questa rete talora presenta un approccio settoriale o frammentario. Inserire figure ponte tra i diversi enti con ruolo educativo e proporre momenti formativi e di condivisione di buone pratiche può permettere di rafforzare la rete ottimizzando gli interventi in atto.
Altro elemento chiave per il processo di integrazione scolastica e sociale è la partecipazione attiva delle famiglie straniere al percorso educativo dei figli. Un ostacolo alla partecipazione delle mamme straniere è spesso quello linguistico. Fondamentale è il ruolo della mediazione culturale e l’ottimizzazione dell’informazione così da far accedere le mamme immigrate ai servizi esistenti. E’ fondamentale contrastare la povertà educativa sin dai primi mesi/anni di vita orientando le mamme immigrate ai servizi preparto e per i bambini nella fascia di età 0-6 anni.
Il fattore economico è un’altra causa di povertà educativa impedendo spesso la fruizione delle opportunità offerte ai ragazzi dal territorio (sportive, musicali, ricreative, culturali). Un concreto supporto è la cosiddetta “dote educativa", un piano personalizzato di aiuto che si manifesta nel sostegno alle spese extra – scolastiche (ad es. gite, campi estivi, attività non curricolari, abbonamenti gratuiti per corsi, attività sportive e di educazione musicale, spese di trasporto).
Le attività
Questo potrà avvenire attraverso:
la figura innovativa dell’”operatore di prossimità” che avrà un ruolo di promotore delle massime sinergie possibili tra tutti i soggetti della comunità educante;
la realizzazione di iniziative formative di interesse generale e specifico per tutti i soggetti della comunità educante;
l’avvio di tavoli di lavoro territoriali (destinati a proseguire oltre il progetto), per la condivisione tra i soggetti della comunità educante di buone prassi e strategie per il superamento del disagio.
È prevista inoltre una serie di azioni per favorire il protagonismo delle famiglie immigrate, e delle madri in particolare, in un’ottica della loro capacity building mirando alla progressiva autonomia dalla dimensione assistenziale dei servizi.
Per fare questo si ricorrerà anzitutto agli strumenti già implementanti con successo dal CESTIM e dai partner quali la mediazione linguistico culturale e gli interventi di studio assistito in orario extrascolastico, ritenuti irrinunciabili da scuole, famiglie e servizi socio-educativi e sanitari. A tali strumenti si aggiungerà una misura innovativa chiamata “dote educativa” consistente nella predisposizione di micro budget mirati alla copertura dei costi che le famiglie dovrebbero sostenere e che rappresentano spesso l’ostacolo maggiore alla fruizione delle offerte formative per minori in situazione di povertà educativa.